Cinquant’anni fa, il 18 giugno 1971, moriva a Grugliasco il senatore Francesco Moranino, commissario politico della XII divisione Garibaldi “Nedo” e, nel dopoguerra, deputato dell’Assemblea costituente, sottosegretario di Stato alla Difesa nel III Governo De Gasperi. Eletto parlamentare nella I e II Legislatura, fu al centro del più importante procedimento giudiziario relativo a vicende avvenute durante la Resistenza e nei suoi confronti per la prima volta (e unica, almeno fino al 1976) la Camera votò l’autorizzazione all’arresto di un parlamentare. Espatriato in Cecoslovacchia, fu condannato in contumacia prima all’ergastolo e poi ad una pena detentiva di dieci anni. Rientrato in Italia in seguito al decreto del Presidente della Repubblica 4 giugno 1966, n. 332, nel 1968 fu eletto senatore.
Sulla figura di Moranino, ancora a distanza di mezzo secolo dalla scomparsa, l’esito della vicenda giudiziaria ha prodotto una damnatio memoriae che rende quasi impossibile una ricostruzione obiettiva della biografia politica di uno dei più importanti comandanti partigiani. È tempo di avviare gli sforzi per colmare questa lacuna storiografica, partendo dai rari studi dedicati a Moranino.
Tra questi segnaliamo il recente volume di Massimo Recchioni Francesco Moranino, il comandante “Gemisto” (DeriveApprodi), che riprende e integra con nuovi materiali l’edizione del 2013 e che sarà presentato nel mese di settembre dal nostro Istituto.
Sarà l’occasione per ricordare anche Bianca Vidali, moglie di “Gemisto”, recentemente scomparsa, che nel 2016 depositò presso l’Istituto, d’intesa con le figlie Catia e Simona, le carte del fondo archivistico “Francesco Moranino”.
Si segnala inoltre il volume edito dall’Istituto a cura di Enrico Pagano “Tra i costruttori dello stato democratico” contenente un saggio di Federico Caneparo sui biellesi eletti all’Assemblea costituente: Vittorio Flecchia, Francesco Moranino e Pietro Secchia.