A Rossa, sabato 9 novembre 2019, si terrà la commemorazione dell’eccidio dell’alpe Fej organizzata da Anpi Comitato provinciale di Vercelli e sezione Varallo-Alta Valsesia, Comune di Rossa e Pro Loco di Rossa, con il patrocinio dell’Istituto.
Il ritrovo è in piazza a Rossa alle ore 8 per chi partecipa alla camminata fino all’alpe Fej per la posa di un omaggio floreale; per chi non partecipa invece l’incontro è alle 10.45 al Teatro comunale di Rossa.
Dopo i saluti del sindaco Alex Rotta e del vicepresidente della sezione Anpi Varallo-Alta Valsesia Andrea Bianchi, interverranno Franco Patriarca, vicepresidente dell’Anpi provinciale di Vercelli, e Enrico Pagano, direttore dell’Istituto. È prevista anche la testimonianza di Giulio Quazzola, partigiano presente ai fatti, e la proiezione di filmati e foto d’epoca.
La squadra partigiana dell’84° brigata “Strisciante Musati” si trovava all’alpe Fej di Rossa pochi giorni dopo aver dato sepoltura al comandante partigiano “Martin Valanga” (Martino Giardini), ucciso all’alpe Tracciora per l’esplosione accidentale di un ordigno che aveva nello zaino. Ai funerali, celebratisi a Rossa, parteciparono molti comandanti partigiani; l’eccessiva pubblicità concentrò l’attenzione nazifascista: il tenente Pisoni, appartenente alle Ss italiane guidò una spedizione di Ss tedesche e legionari della “Muti” verso l’alpe Fej, che si trova a circa un’ora di cammino da Rossa. La manovra di accerchiamento delle baite in cui riposavano i partigiani riuscì e poco dopo l’alba si aprì il fuoco; quattro partigiani morirono sul campo, i loro cadaveri furono straziati e le baite dell’alpeggio vennero date alle fiamme. Gli altri sei partigiani furono portati a Balmuccia, paese del fondovalle, dove, dopo estenuanti trattative, il parroco locale riuscì a evitare la fucilazione del partigiano più giovane. L’esecuzione venne ordinata dal tenente Guido Pisoni e rientrò fra i capi di imputazione che lo portarono a processo, in contumacia, e alla condanna a morte mai eseguita.