È uscito il numero 110 de “l’impegno”, rivista dell’Istorbive.
La rivista contiene saggi di Piero Ambrosio, Massimiliano Cossi, Monica Schettino, Anna Cardano, Filippo Colombara, Tomaso Vialardi di Sandigliano, Enrico Bianchi.
Piero Ambrosio, servendosi, come di consueto, dei documenti conservati nei fascicoli personali del Casellario politico centrale e ricorrendo alla consultazione di periodici anarchici e socialisti svizzeri, ricostruisce le vicende di Beniamino Massimiliano Tonetti, varallese, e Enrico Albertini, originario di Borgosesia, le cui vite ebbero numerosi punti in comune, come la scelta dell’emigrazione, la partecipazione ai moti popolari di Barcellona nel 1909, la frequentazione con l’anarchico Luigi Bertoni, la collaborazione con la rivista “Il Risveglio”, l’appartenenza allo stesso circolo anarchico di Zurigo, le indagini a cui entrambi furono sottoposti per presunti progetti di attentati e la persecuzione politica che subirono per aver cercato di realizzare con passione gli ideali libertari in cui credevano.
Massimiliano Cossi conclude il saggio sull’esperienza nella Campagna di Russia di Giovanni Battista Pigato, della congregazione dei padri somaschi, soffermandosi in particolare sul racconto che emerge dal suo diario della prima e della seconda battaglia del Don, nell’estate del 1942 e nell’inverno successivo, con i numerosi feriti da assistere, il pensiero sempre rivolto alla famiglia, le condizioni climatiche proibitive da affrontare, l’avanzata implacabile dei russi, il numero elevato di morti disseminati sul terreno, fino al ripiegamento obbligato delle truppe italiane su Gomel e il loro rientro in treno in Italia, in un viaggio estenuante spesso interrotto per i danneggiamenti che subirono le linee ferroviarie in conseguenza del conflitto.
Monica Schettino analizza l’attività poetica, letteraria e politica di Ferdinando Giolli, secondogenito del critico d’arte Raffaello e di Rosa Menni, pittrice e decoratrice, membro di una famiglia di intellettuali che si opposero al fascismo e in seguito collaborarono con le formazioni partigiane di Filippo Maria Beltrami operanti tra valle Strona e val d’Ossola pagandone duramente le conseguenze: prima con il confino politico di Raffaello e del figlio primogenito Paolo a Istonio Marittimo, in seguito con l’esilio di Ferdinando in Svizzera, nel campo rifugiati “Casa d’Italia” di Lugano e poi in quello per studenti e professori rifugiati nel Castello di Trevano, fino al tentativo di Ferdinando di ritornare in Italia per dare il suo contributo alla lotta di liberazione, risoltosi con la cattura e la fucilazione a Villeneuve il 16 ottobre 1944, negli stessi giorni in cui il padre si trovava in arresto nel carcere di San Vittore di Milano, da cui sarebbe uscito per un viaggio di sola andata verso il campo di concentramento di Gusen.
Anna Cardano approfondisce alcuni aspetti della deportazione degli ebrei a Novara, ripercorrendo le poco conosciute vicissitudini di Bertie Sarah Kaatz, già in parte trattate in un precedente articolo ne “l’impegno”, e di Reneé Marie Henriette Citroen, entrambe vittime del rastrellamento del 19 settembre 1943, deportate e morte ad Auschwitz. Nel saggio sono analizzate inoltre la difficoltà di affermazione, negli anni del primo dopoguerra, della memoria della persecuzione e dello sterminio degli ebrei, tanto a livello nazionale quanto a livello locale, come dimostrano le pagine dei periodici locali novaresi di area socialista, comunista e liberale consultati dall’autrice i quali, pur fornendo spunti interessanti, si limitano a riportare in maniera non sistematica alcune notizie che progressivamente scompaiono per poi riaffiorare episodicamente, soprattutto in concomitanza con eclatanti processi in particolare collegati agli eccidi nella zona del lago Maggiore.
Filippo Colombara, facendo il punto sulle fonti storiche disponibili per la storia della Resistenza, presta particolare attenzione a quelle orali, che non hanno avuto in ambito storiografico la considerazione che si sarebbero meritate, ma che hanno prodotto nel tempo un preziosissimo patrimonio di memorie. L’interesse del saggio è incentrato sul primo libro fondato su storie di vita raccolte dalla voce di partigiani, “Il prezzo di una capra marcia”, pubblicato nel 1969 e scritto dallo storico, giornalista ed ex combattente per la libertà Paolo Bologna, qui protagonista di una intervista realizzata dall’autore nel 2014.
Tomaso Vialardi di Sandigliano sintetizza i tratti essenziali della “guerra fredda”, espressione con la quale si indica astrattamente un quarantennio di storia in cui ebbe luogo un conflitto in tutti i sensi, tranne che in quello militare: una guerra ideologica, politica, economica tra due poli opposti, dei cui eventi essenziali Vialardi ricostruisce l’origine, mettendo in evidenza le aggregazioni/disaggregazioni politiche e militari che l’hanno contraddistinta.
Enrico Bianchi, prendendo spunto da un percorso bibliografico individuato all’interno della Biblioteca militare italiana (Bmi) custodita nella sede dell’Istorbive, affronta il tema della costruzione di un sistema di difesa comune europea, così come si è sviluppato in particolare nella seconda metà del secolo scorso, concentrandosi sulla dicotomia tra hard power e soft power come chiave di lettura fondamentale per comprendere la complessità della questione e non mancando di guardare all’argomento dal punto di vista della stringente attualità, con l’invasione russa dell’Ucraina che, dal 24 febbraio 2022, ha incrementato esponenzialmente l’attenzione sui temi della sicurezza europea e del ruolo dell’Unione nel panorama geopolitico globale.
Segue il ricordo degli amici dell’Istorbive che ci hanno lasciato quest’anno: Danilo Macchetto, uno dei nostri soci più assidui, che ci ha donato un significato patrimonio bibliografico; Giorgio Perrone, che aveva realizzato le tavole a colori dell’album “Storia della Resistenza in Valsesia a fumetti”, pubblicato nel 2012, e Piero Corte, uno degli ultimi protagonisti e testimoni diretti della Resistenza valsesiana.
Chiude il numero la consueta rubrica di recensioni e segnalazioni.
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