Venerdì 9 agosto, alle ore 11, sarà inaugurata a Roasio, presso il Museo dell’Emigrante, in via Vittorio Veneto 75, la mostra di Enzo Maio Una carezza alla morte (9 agosto 1944), dedicata alla strage di 23 civili di cui fu responsabile la polizia di sicurezza tedesca.
L’evento è patrocinato dal Comune di Roasio, dalle sezioni territoriali dell’Anpi Est Sesia e Gattinara e dall’Istituto . La mostra sarà visitabile sino al 25 agosto negli orari di apertura del Museo dell’Emigrante: sabato e domenica dalle 15 alle 18.
A corredo della mostra sarà pubblicato un catalogo con le opere artistiche realizzate da Enzo Maio e testi introduttivi di Chiara Gatti, storica e critica dell’arte, specialista di scultura e di grafica moderne e contemporanee, che scrive per le pagine del quotidiano “La Repubblica”, ed Enrico Pagano, direttore dell’Istituto.
«La strage di Roasio, compiuta dalla polizia di sicurezza tedesca il 9 agosto 1944, fu nella provincia di Vercelli il più cruento fra tutti gli eventi della guerra di liberazione […]. Appartiene ad una fase in cui l’esito del conflitto era ancora incerto, benché fossero sul campo tutti gli elementi per la sconfitta tedesca, dopo gli sbarchi in Normandia e in Sicilia, e non va isolato dall’alta tensione che si creò nella provincia di Vercelli nella tarda primavera e nell’estate del 1944, dalle esecuzioni di piazza Quintino Sella a Biella del 4 giugno, alla strage di Vigliano Biellese del 31 agosto, passando per il bombardamento di Gattinara del 20 giugno, la strage di carabinieri e partigiani di Alagna del 14 luglio, le fucilazioni di prigionieri al cimitero di Borgosesia del 18 luglio e, il giorno successivo, la strage di civili nelle frazioni alte del centro valsesiano (Rozzo, Lovario, Bastia e Marasco), i morti di Noveis del 20 luglio e, ancora, le fucilazioni al cimitero di Varallo dell’8 agosto e le impiccagioni al Ponte della Pietà, tra Quarona e Borgosesia, il 14 agosto».
«A che serve l’arte, dunque, se non a innescare una reazione, a raccontare per smuovere un sentimento di adesione, affinché anche l’ultimo dei corpi più lividi di Roasio non sia solo la fotografia di un martire del ’44, ma lo specchio di un crimine imperituro? […] Il profondo senso storico di Enzo Maio denuncia, attraverso la pittura, la crudeltà dei fatti. Ma l’intensità lirica delle sue figure inghiottite dalla notte allunga una carezza alla morte, un tocco leggero della mano sulla fronte contratta delle vittime di tutte le guerre».
Enzo Maio nasce a Carpignano Sesia, in provincia di Novara, nel 1953. Allievo di Giuseppe Ajmone, esordisce in mostra personale a Borgomanero nel 1988. Da allora inizia un percorso espositivo che si sviluppa con continuità attraverso gallerie private e sedi istituzionali in ambito nazionale. Partecipa assiduamente a rassegne collettive, mostre tematiche e Premi nazionali a partire dal 1986.
Si dedica attivamente anche alla grafica e all’incisione. Vive e lavora a Ghislarengo, in provincia di Vercelli.
Tra le sue mostre personali più recenti ricordiamo: 2000 alla Galleria Palmieri-Busto Arsizio; 2003 Università Bocconi-Milano; 2004 Civico Museo Parisi Valle-Maccagno (Va); 2006 Palazzo Leone da Perego-Legnano; 2007 Galleria Magenta-Magenta; 2008 Fondazione Granata Braghieri-Imbersago (Lc); 2009 Teatro dal Verme-Milano.
All’estero ha esposto in collettiva a Castell d’Aro (Museo de Arte Contemporàneo Castell de Benedormiens); Santa Pau (Sala Civica des Exposicciones); Santa Susanna (Sala Civica); Düsseldorf; Marbella; Antibes; Bruxelles; Helsinki; New York (Scuola italiana); Tucuman (Museo Provincial de Belles Artes).