Martedì 30 maggio 2023, alle ore 18, a Biella, nella sede della Biblioteca Civica in piazza Eugenio Curiel 13, si terrà la presentazione del volume di Piero Ambrosio “Sebben che siamo donne”. Storie di “sovversive” vercellesi, biellesi, valsesiane (1898-1945), edito dall’Istorbive.
Dialogherà con l’autore la prof.ssa Elisabetta Dellavalle, consigliera dell’Istorbive.
L’iniziativa è organizzata in collaborazione con il Centro di documentazione della Camera del Lavoro di Biella e la Biblioteca Civica di Biella, con il patrocinio della Città di Biella.
Il volume
«La ricerca condotta dall’autore sulle biografie conservate nel Casellario politico centrale e in altri fondi archivistici degli organi istituzionali di sorveglianza ha prodotto una conoscenza particolareggiata delle persone e dei contesti in cui si mantenne viva l’opposizione al regime fascista, rivelando da un lato la dimensione capillare del soffocante controllo politico esercitato nel ventennio, dall’altro l’impossibilità di annullare ideali irriducibili al pensiero unico e dominante imposto da Mussolini. Ideali che, se non trovarono possibilità di libera espressione senza repressione, continuarono a germogliare sotto traccia, come il seme sotto la neve, fino a conoscere una nuova fioritura dopo la cruenta stagione della guerra.
In questo volume sono ricostruite le biografie di centoventisette “sovversive”, alcune più note e studiate, altre, la maggioranza, meno note e dimenticate. Come sottolinea l’autore, esse non rappresentano l’intero universo antifascista femminile, considerate le assenze di alcune personalità di rilievo tra le schede rintracciate e analizzate […]. Il quadro complessivo, nonostante le assenze rilevate che si ripercuotono in parte sul piano analitico, trova nelle elaborazioni dei dati linee interpretative esaurienti e offre significativi spunti di riflessione sulle caratteristiche socio-culturali dell’antifascismo femminile, fenomeno consistente e strutturato soprattutto nel territorio biellese rispetto a quello vercellese e valsesiano. Ne emergono i caratteri originali propri e apprezzabilmente indipendenti dall’antifascismo maschile di padri, mariti o fratelli» (dalla prefazione di Enrico Pagano).