La mostra Con le armi senza le armi. Partigiani e società civile in Piemonte (1943-1945), realizzata dagli Istituti piemontesi per la storia della Resistenza e della società contemporanea in occasione del 50° anniversario della Liberazione, è nata da due intenti, entrambi ambiziosi e di non facile realizzazione: fornire, a cinquanta anni di distanza, un approccio alla Resistenza fondato su un’interpretazione nuova e stimolante, basata su ricerche originali, senza sacrificare l’impatto comunicativo; e presentare i caratteri originali della lotta in Piemonte, dando insieme spazio alle sue varianti e articolazioni locali, dalle quali soprattutto può emergere la stretta relazione fra guerra partigiana, territorio, società civile.
Il discorso sulla Resistenza è stato scandito secondo tematiche significanti che ne illustrano i percorsi e le fasi di sviluppo, dalla iniziale scelta della volontaria partecipazione, ai modi dell’insurrezione finale, all’idea dell’attesa del futuro, nella quale sono implicati i significati della lotta intrapresa e le speranze della società rinnovata.
Dal computo quantitativo e meglio specificato delle forze impegnate “con le armi”, fuoriesce di necessità quello assai più vasto dei meno definibili combattenti “senza armi”, che hanno rappresentato la forza portante del fenomeno resistenziale e ne hanno reso possibile l’esistenza nella dimensione e con l’efficacia dimostrata.
La partecipazione delle donne e delle famiglie contadine, meno riconosciuta nelle vicende risorgimentali, è qui divenuta, senza risparmio di sacrifici e di rischi estremi, l’indispensabile retrovia delle operazioni partigiane e l’esempio più eloquente di cosa fu il diffuso schieramento di un secondo esercito “senza le armi”.
La mostra è divisa nelle seguenti sezioni: introduzione; cronologia; la scelta; l’identità; la quotidianità; la società; il controllo del territorio; pietà l’è morta; l’insurrezione; la liberazione; l’idea del futuro.
È costituita da 60 pannelli 70×100.