La mostra Partigiani a colori nelle diapositive di Carlo Buratti – curata da Alberto Lovatto – raccoglie le stampe delle diapositive a colori scattate da Carlo Buratti “Aspirina”, tra il 1944 ed il 1945. Si tratta complessivamente di oltre centocinquanta diapositive, di cui l’ottanta per cento scattate in periodo resistenziale nelle zone dell’alta Valsessera, del Biellese orientale e del Canavese ed il resto durante le manifestazioni partigiane svoltesi a Biella nel mese di maggio del 1945: caso praticamente unico nella fotografia resistenziale in Italia, per il tipo di pellicola utilizzata e per la quantità delle immagini scattate.
Grazie al contributo di Luigi Moranino, è stato possibile schedare le immagini, riconoscendo la maggior parte delle persone ritratte, arricchendo e completando la significatività documentaria del fondo.
È stato realizzato anche il catalogo, a cura di Alberto Lovatto, con scritti di Pierangelo Cavanna, Alberto Lovatto, Luigi Moranino, edito dall’Istituto.
Carlo Buratti, nato a Biella nel 1915, laureatosi in medicina nel 1940, al momento dell’armistizio è militare a La Spezia. Rientra a Biella e si nasconde a Ronco Biellese con la moglie, Adriana Magliola, ed il figlio piccolissimo. Nel giugno del 1944 salendo in montagna con il fratello Alberto, oltre ad un’arma, porta con sé anche una macchina fotografica, una Voiglander, acquistata qualche anno prima dal fotografo Marco Mora, che aveva un negozio nella piazzetta di Santa Marta a Biella.
Appassionato di fotografia, benché dilettante, Carlo Buratti è incuriosito dalle novità che il mercato offre ed utilizza anche pellicole diapositive a colori Agfa. Salendo in montagna, decide di portare inizialmente con sé tre di queste pellicole. Per lo sviluppo si accorda con Adriano Donna, che gestisce in via Italia il laboratorio Foto Cervus. Per essere sviluppate le diapositive dovevano essere spedite a Milano: cosa impossibile dato il soggetto fotografato. Adriano Donna si impegna però, correndo notevoli rischi, a conservare le pellicole fino al termine della guerra.
Qualche giorno dopo la Liberazione la Foto Cervus spedisce le diapositive a Milano. In segno di riconoscenza Buratti concede ad Adriano Donna di riprodurre in bianco e nero le diapositive, di esporle in vetrina e di venderne le ristampe a quanti ne avessero fatta richiesta. Ed è come stampe in bianco e nero che alcune delle foto sono circolate fra i partigiani.
La mostra è costituita da 16 quadri con vetro 50×50; 21 pannelli 65×65; 12 pannelli 32×65.