Descrizione
Il volume raccoglie testimonianze, ricordi e foto d’epoca gentilmente concesse dagli abitanti di Pianezza, con l’aggiunta di scatti inediti dell’autore.
Scrive Alessandro Orsi nella prefazione: «Edoardo Ghelma è un rigoroso scrittore di microstorie, già raccontate in altri suoi libri con ricerche sui nomi delle vie di Borgosesia e sulle tradizioni valsesiane, anche gastronomiche. Ha la capacità di osservare l’umile percorso della gente comune con gli strumenti del suo mestiere (è un eccellente fotografo), quindi con un’attenzione meticolosa verso i particolari, i dettagli […]. Così, nella microstoria di Pianezza appaiono, illuminati con precisione e affetto, innanzitutto i personaggi della comunità: quelli caratteristici, come il Cesare, valsesiano scolpito nel legno; quelli che sembrano “magici” ai bambini; le donne pazienti e tenaci; quelli inseriti in intricati quadretti famigliari; i ragazzi che rubano la frutta; quelli furestè, i forestieri, che entrano in un cerchio sociale solo apparentemente chiuso; tutti quanti nel loro attaccamento per la chiesetta, centro della devozione popolare degli abitanti della borgata.
Ma la piccola storia di Pianezza, grazie alla preparazione culturale dell’autore, non finisce in un orto recintato pur ricco di gustosi prodotti: si trasforma invece in uno specchio che riflette movimenti, cambiamenti, avvenimenti di una sfera ben più vasta. I fatti della microstoria si intrecciano e a volte si confondono con quelli della grande storia. Sono davvero tanti e tutti rilevanti per ricostruire e capire una storia varia e complessa, nel nostro caso quella del secolo scorso, il Novecento, visto appunto attraverso il filtro di una piccola comunità. L’esistenza grama dei montanari provenienti dall’alta valle; i lavori duri dei campi; l’emigrazione con l’arrivo di persone dal Veneto, da Milano, dalla Svizzera, dalla Grecia, dal Sud; gli alimenti per sopravvivere, le castagne, le noci, il miele, le vigne; le abitazioni che rivelano le peripezie di tante famiglie; l’incontro con altri costumi e mentalità; i santi “nazionali” dipinti nella chiesa; la guerra, con la postazione della contraerea; la Resistenza, con i rifugi dei partigiani, l’uccisione di un civile per rappresaglia nazifascista, la lapide che ricorda due giovani patrioti morti per la libertà […].
Il libro è arricchito da una lunga serie di mirabolanti immagini: il bravo fotografo Ghelma è convinto, come ha più volte dichiarato, che le buone fotografie sanno parlare e ben spiegare importanti pezzi di storia. Nel libro le illustrazioni vanno perfettamente a braccetto con il testo. Insieme, grazie alla perizia e alla passione dello scrittore, narrano una storia che sa di favola: quella di un “piccolo popolo” attivo in un “rustico villaggio” valsesiano».
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