Descrizione
“Certamente gli abitanti di Gattinara avevano ascoltato dai numerosi sfollati che erano venuti a vivere in paese, molti al seguito delle industrie delocalizzate nella Baraggia, il racconto del terrore legato alle incursioni aeree e l’orrore della morte che colpisce senza discriminazioni di età, condizione sociale, civile o militare, e piove dal cielo, quasi sempre nelle ore notturne, generando angoscia permanente, scandita da suoni di allarmi che lacerano esistenze già duramente provate da una precaria quotidianità. E probabilmente, pur prestando attenzione ai racconti e partecipando alle sofferenze vissute da quelle persone che erano venute a cercare sicurezza tra la campagna e la collina, dovevano avere scacciato l’ansia pensando che il paese era sufficientemente lontano dalle grandi vie di comunicazione ferroviaria o autostradale, non ospitava strutture militari di particolare rilievo e, se anche durante la guerra era arrivata l’industria dalla città per mettere al sicuro la produzione e gli stoccaggi, si era piazzata abbastanza lontano dal centro abitato. Non c’era alcuna ragione per aspettarsi la morte dal cielo: forse si poteva temere un errore umano, al limite, ma questo stava dentro all’imponderabile della vita e non avrebbe minacciato certamente l’integrità dell’intero centro. Non c’erano stati precedenti nel territorio, se non a Rimella, ma era stato un evento senza vittime, di cui probabilmente era giunta solo qualche rara e trascurabile informazione. L’imponderabile accadde, nel giorno più nero della storia del Novecento gattinarese, martedì 20 giugno 1944”.
Scrive Massimo Bonola nella prefazione: “L’odierna ricostruzione di Enrico Pagano, avvalendosi di tutte le fonti disponibili, lascia pochissimi margini di oscurità a una vicenda che avrebbe potuto essere, per la sua drammaticità, l’atto fondativo della nuova comunità gattinarese del secondo dopoguerra. Per farlo, sarebbe stata necessaria una pronta elaborazione collettiva e condivisa della memoria, l’unico atto con cui una comunità restituisce dignità e giustizia ai propri caduti, attraverso l’esatta conoscenza e la tra-dizione di ciò che è stato. Solo adesso, a quasi tre quarti di secolo da quel giorno, questo percorso sembra infine compiuto”.
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.