Descrizione
Il libro è una ristampa integrale del diario di Costantino Burla, già edito nel 2005 ma ormai introvabile e meritevole di diffusione poiché costituisce uno dei non numerosi esempi di memorialistica civile sulle vicende vissute dalla Valsesia fra l’armistizio dell’8 settembre 1943 e la Liberazione, insieme al preziosissimo lavoro di Enzo Barbano “Il paese in rosso e nero”, «rielaborazione delle memorie di un adolescente curioso della vita che ebbe in sorte di assistere al più tragico spettacolo della nostra storia, attraversandolo con la leggerezza che solo da ragazzi è possibile avere».
Il volume di Burla è «scritto invece da un uomo maturo, formatosi sotto il fascismo ma destinato a vivere la parte istituzionalmente più rilevante della sua vita nelle strutture democratiche che la Resistenza contribuì a fondare.
[…] La nuova pubblicazione di questo libro è un contributo per la buona salute della coscienza civica. Leggendo queste pagine sarà possibile rivivere le paure, le ansie, le violenze di quei giorni, che hanno inciso in profondità la nostra storia, ma si potrà percepire anche il sollievo per la fine di un incubo che dobbiamo tenere lontano da noi, relegato in un tempo che non deve ripetersi.
Non è un libro celebrativo e questo suo profilo lo rende particolarmente importante, per chi vuole conoscere, capire e guardare avanti senza dimenticare le sofferenze patite anche dalla nostra terra» (dall’introduzione di Enrico Pagano).
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