Descrizione
La pubblicazione propone una serie di fotografie in bianco e nero, risalenti agli anni settanta, scattate dalla valsesiana Giuliana Airoldi, all’epoca studentessa del liceo classico “D’Adda”, accompagnate da brevi testi lirici. «Con “Valsesia. Oltre la soglia” Giuliana Airoldi rende omaggio alla Valsesia, sua terra di nascita e di formazione. Per questo da tempo coltivava il sogno di valorizzare le sue “vecchie” foto, scattate negli anni in cui frequentava il liceo classico “D’Adda” di Varallo.
Sono una cinquantina di foto, ovviamente in bianco e nero, con soggetti vari, case, vicoli, angoli della città ma soprattutto persone, in primo luogo donne e bambini. Può sembrare un ritratto d’antan di Varallo e dintorni, delle figure femminili quasi un reportage antropologico. E invece è qualcosa di più e di diverso: sono immagini che raccontano storie, esprimono sentimenti, creano emozioni dove evidente traspare l’empatia tra il fotografo che le ha scelte e il soggetto che si è lasciato fotografare. Sono il risultato di una scelta di immagini che, grazie alla fotografia, vanno oltre il dato reale, in tempi e spazi della mente e del cuore. Giuliana sceglie con attenzione e sensibilità rare per una ragazza di quell’età, mossa sì da curiosità ma soprattutto da quella che lei chiama “fame di vita”.
[…] Giuliana, già nei primi anni del percorso liceale, poco più che adolescente, si guardava intorno per le vie di Varallo, armata della sua macchina fotografica, per catturare scene di vita quotidiana, luoghi, persone da immortalare col suo click e le tenerezze dei bambini e quei volti scavati e rugosi di donne vicine al termine di una vita semplice e di duro lavoro.
[…] I frammenti di quella realtà, ormai lontana nel tempo, diventano le nostre radici, la storia e i valori della Valsesia partigiana sono ben presenti nel bagaglio della nostra formazione civile e culturale, le riflessioni sul senso, o non senso, dell’esistenza diventano pensiero ricorrente, a volte angoscioso, la disillusione per non essere riusciti a “rifare il mondo” ci sconforta.
E poi, il pensiero della caducità e della brevità della vita umana e il sentimento di invidia che Giuliana prova per oggetti ed edifici di più lunga durata è quello che io sento ogniqualvolta mi imbatto in alberi plurisecolari.
Ma la sua passione per la fotografia è passione per la vita: instancabile, le coltiva insieme con maestria» (dalla prefazione di Marisa Gardoni).
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