Descrizione
“In cento pagine di cronaca, attenta e viva, Enzo Barbano fa rivivere un episodio poco noto della Resistenza valsesiana: lo scontro che costituisce il primo fatto d’arme e rappresenta, nello stesso tempo, il battesimo e l’inaugurazione di un lungo inverno. Siamo all’inizio del mese di dicembre: con quasi venti minuti di fuoco la Valsesia prende coscienza di una svolta, passando da una fase ad un’altra della sua storia. Tutta la valle imbocca, con crescente consapevolezza, la strada della lotta per l’indipendenza e la libertà d’Italia […].
La narrazione della sparatoria è particolarmente dettagliata e appare interessata a una ricostruzione che chiama in causa, sulla base di molte testimonianze, i protagonisti di quella dura vicenda.
È facile comprendere quali difficoltà l’autore abbia dovuto superare, poiché attraverso pochi documenti (per lo più rapporti dei Carabinieri) si è venuta ricostruendo una narrazione fatta di molte testimonianze, di ricordi personali, di confronti che hanno permesso una ricostruzione di particolare interesse.
Eppure, anche se il libro fa parlare i protagonisti, i partigiani che hanno preso parte all’azione, la gente della valle che ha vissuto quelle giornate, le pagine esprimono un atteggiamento sereno, che non cede alla passione ed alla retorica. Barbano ci fa così rivivere, in mode anche più intenso, la tragicità dell’evento e questo tono umano, questa profonda partecipazione, inducono il lettore a comprendere, assieme all’importanza della Resistenza, la forza del valore della fratellanza, che porta a superare la contrapposizione prodotta dalla lotta armata.
Il fatto d’arme, inoltre, non mette in ombra il protagonista principale: la popolazione della città di Varallo che si appresta in quei giorni ad affrontare due anni di terribili preoccupazioni, di sofferenze, di sacrifici, di paure e di speranze.
Le note bibliografiche, che sono parte non secondaria del libro, ricordano inoltre il grande contributo di sangue della Valsesia per la conquista della libertà, dando a questo scenario collettivo una più precisa fisionomia.
Ricordare, con lo spirito dei “ribelli per amore” e trarre anche da queste pagine una lezione morale, valida anche oggi per le giovani generazioni, sembrano essere infine l’intenzione dell’autore. Della sua fatica, della sua attenta ricerca, del suo impegno culturale, della sua lezione di cristiano dobbiamo essergli particolarmente grati” (Guido Bodrato).
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