Descrizione
All’introduzione di Gianni Perona, dell’Università di Torino, sui problemi e le prospettive di ricerca storica della provincia di Vercelli tra le due guerre mondiali, fanno seguito varie relazioni di storici e ricercatori locali. Dapprima quelle di Maurizio Cassetti, Gladys Motta, Piero Ambrosio, su tematiche di ordine generale riguardanti le fonti per lo studio dell’antifascismo in provincia, e quelle di Francesco Omodeo Zorini e di Alberto Lovatto, su aspetti relativi alla provincia in generale (rispettivamente del periodo 1919-1926 e del rapporto tra ebrei e regime fascista), successivamente quelle su aspetti specifici delle varie aree geografiche.
Le relazioni di Luigi Moranino (sulla stampa locale del periodo 1922-26), Marco Neiretti (sul mondo politico cattolico) e Teresio Gamaccio (sui rapporti tra fascismo e sindacalismo operaio fascista dal 1926 al 1933) si occupano del Biellese.
Quelle di Francesco Rigazio (i movimenti socialista e comunista dal 1919 al 1922), Cesare Bermani (un mito che caratterizzò il socialismo nei primi anni del secolo: quello della “macchina rossa”), Maurizio Cassetti (le origini e i primi sviluppi del fascismo), Irmo Sassone (cenni di carattere generale sullo sviluppo economico e le condizioni sociali), Arnaldo Colombo e Antonino Pirruccio (rispettivamente sulle condizioni di vita e sugli scioperi delle mondine nel ventennio fascista) si occupano del Vercellese.
Della Valsesia si occupano Piera Mazzone (la comunità di Piane Sesia tra la nascita del socialismo e la reazione fascista), Gustavo Ferrara e Antonino Pirruccio (i partiti politici alla nascista del fascismo), Pier Giorgio Longo (gli aspetti istituzionali della Chiesa valsesiana e i suoi rapporti con la società civile), Alberto Lovatto (bande musicali e fascismo).
Il volume è arricchito da interventi di Nicola Gallerano e Massimo Legnani.
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