Quando si cantava “Giovinezza”

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Quando si cantava “Giovinezza”. Stampa locale, organizzazione e azione politica del fascismo a Vercelli. 1922-1943

di Lorenzina Opezzo, 2020, pp. 174

Le pagine del libro ci accompagnano lungo le vicende vercellesi del periodo fascista, in particolare attraverso le cronache dei vari giornali locali, indipendenti o di regime, che si sono alternati negli anni che vanno dal 1922 al 1943: dalle prime scorribande e violenze squadriste, culminate con l’occupazione del municipio di Vercelli, fino alla nascita della Repubblica sociale italiana.

 

 

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Descrizione

Le pagine del libro di Lorenzina Opezzo ci accompagnano lungo le vicende vercellesi del periodo fascista, in particolare attraverso le cronache dei vari giornali locali, indipendenti o di regime, che si sono alternati negli anni che vanno dal 1922 al 1943: dalle prime scorribande e violenze squadriste, culminate con l’occupazione del municipio di Vercelli, fino alla nascita della Repubblica sociale italiana.
Grazie a una puntigliosa e impeccabile documentazione storica, frutto di un lavoro certosino di ricerca e studio delle fonti giornalistiche e non solo, l’autrice ci fa scoprire come Vercelli e il Vercellese abbiano vissuto, interpretato e assunto la “dottrina” fascista.
Lo scorrere dei capitoli ci permette di cogliere come anche la storia fascista di Vercelli sia stata cadenzata e segnata dall’evoluzione dell’ideologia e delle scelte politiche che il regime impose a tutto il Paese. La significativa adesione al fascismo del Vercellese, al netto di costrizioni e opportunismi, è ben rappresentata dall’affluenza al voto nel plebiscito del 1929 (la provincia di Vercelli, con il 92,6 per cento di votanti e il 99,6 per cento di adesioni, risultò la prima in Piemonte e tra le prime d’Italia) […].
La pervasività della dottrina fascista è testimoniata dalla grande partecipazione popolare alle manifestazioni che il regime organizzò anche a Vercelli, sia nelle occasioni ordinarie sia in quelle straordinarie, come le due visite del duce (in particolare quella del 17 maggio 1939), trovando spazio e terreno fertile anche nel mondo della cultura, dell’istruzione e delle professioni […].
Stupisce, ma forse non così tanto se si pensa al contesto nazionale dell’epoca, come uomini e donne vercellesi di cultura (nel testo si ritrovano vercellesi noti, citati nelle cronache giornalistiche del tempo) abbiano ricoperto ruoli di primo piano nelle organizzazioni fasciste, non cogliendo gli innumerevoli segnali progressivi di assenza di “umanesimo” del fascismo, culminati nell’emanazione delle leggi razziali del 1938.
Così come si rimane interdetti, con lo sguardo di oggi, nel leggere le retoriche note giornalistiche della redazione de “L’Argine” e poi de “L’Eusebiano”, organi dell’Azione cattolica e dell’arcidiocesi vercellese, inneggianti al motto «Dio, Patria e famiglia», dove il duce viene indicato come l’italiano più religioso, anche se non ha tempo di andare a messa tutte le domeniche e le feste di precetto, ma si impegna a difendere la religiosità introdotta nella scuola con il «santo manganello».
Dalle cronache giornalistiche della stampa locale ufficialmente indipendente come “La Sesia”, e di quella cattolica come “L’Eusebiano”, traspare una totale adesione al fascismo che offusca le tante iniziative di contrasto all’ideologia e agli effetti delle discriminazioni operate dal regime, soprattutto dopo le leggi razziali, compiute da esponenti cattolici, laici e religiosi anche vercellesi.
La storia vercellese si sussegue, nelle pagine finali del libro, con l’adesione alla guerra nazista, la tragedia delle sconfitte, negate dalla propaganda bellica, fino a giungere a quel “fatidico” 8 settembre 1943.
La notizia dell’armistizio, giunta quarantacinque giorni dopo quella della caduta di Mussolini, fu accolta in moltissime case, in tutte le caserme e i distaccamenti militari, come la fine dell’incubo. Le scene di festa, tuttavia, non poterono durare a lungo, perché fu subito evidente che la guerra non sarebbe affatto terminata […] (dalla presentazione di Giorgio Gaietta, presidente dell’Istituto).

Informazioni aggiuntive

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Autore

Pagine

174

Anno

ISBN

978-88-943151-8-9

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