Descrizione
L’autore, scomparso nel 2005, affida al suo racconto sentimenti e riflessioni sulla dignità della scelta della prigionia e il rifiuto di continuare la guerra dalla parte dei tedeschi, sui valori religiosi e culturali che, insieme agli affetti familiari, gli hanno consentito di conservare la propria identità nonostante le privazioni e di coltivare la speranza del ritorno. Accompagnano le pagine del diario i pregevoli disegni realizzati nei campi di prigionia. Il volume, pubblicato per volontà di Fabrizio e Nicolò Mosca, figli di Silvio, si avvale di un robusto apparato critico curato da Marcello Vaudano ed Enrico Pagano, presidente e direttore dell’Istituto.
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