Descrizione
Alla fine dell’Ottocento, tra il 1894 e il 1896, fu istituito lo schedario “per gli affiliati a partiti sovversivi considerati pericolosi per l’ordine e la sicurezza pubblica”. Nel novembre del 1926, con il pretesto di un attentato a Mussolini, il governo fascista promulgò le tristemente famose “leggi eccezionali”, che istituivano il confino di polizia e il Tribunale speciale per la difesa dello Stato e ripristinarono la pena di morte.
Tra i vari effetti di quelle leggi vi fu una schedatura di massa degli oppositori, sia negli atti delle questure che nello schedario nazionale, che assunse il nome di Casellario politico centrale e fu potenziato: migliaia di fascicoli riempirono quindi gli scaffali della Direzione generale della Pubblica sicurezza.
Gli schedati come “sovversivi” nel Cpc nati o residenti nel Vercellese, nel Biellese o nella Valsesia furono oltre 2.500: se ne pubblica l’elenco completo, uno strumento indispensabile per chi voglia conoscere la storia della repressione del dissenso in anni cruciali della vita italiana.
In appendice sono elencati nomi e dati di: oriundi della provincia di Vercelli; sovversivi presumibilmente residenti in provincia di Vercelli di cui non si hanno dati; sovversivi non individuati; casi particolari; sovversivi non nati né residenti in provincia di Vercelli ma giudicati per episodi qui avvenuti; sovversivi deferiti al Tribunale speciale, confinati, internati di cui non esiste il fascicolo del Cpc; sovversivi deferiti al Tribunale speciale durante la Repubblica sociale italiana di cui non esiste il fascicolo del Cpc.
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